La Fonoprint
Lo studio aprì nel 1976 a Bologna, città musicale già allora, ma poco attrezzata per le registrazioni professionali. Quando negli anni ’90 si trasferì in via Bocca di Lupo, all’interno delle mura di un convento del ‘400, Lucio Dalla era tra i soci di maggioranza.
Qui hanno registrato i loro dischi anche i più grandi cantanti della musica italiana, come Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Luca Carboni, Andrea Bocelli, Laura Pausini, Zucchero, Francesco Guccini, gli Stadio, Paolo Conte, Cesare Cremonini e molti altri. Per non parlare di Pavarotti e Sting.
Lo studio aprì nel 1976 a Bologna, città musicale già allora, ma poco attrezzata per le registrazioni professionali. Quando negli anni ’90 si trasferì in via Bocca di Lupo, all’interno delle mura di un convento del ‘400, Lucio Dalla era tra i soci di maggioranza.
Qui hanno registrato i loro dischi anche i più grandi cantanti della musica italiana, come Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Luca Carboni, Andrea Bocelli, Laura Pausini, Zucchero, Francesco Guccini, gli Stadio, Paolo Conte, Cesare Cremonini e molti altri. Per non parlare di Pavarotti e Sting.
Ristorante Da Cesari
Ristorante tra i più rinomati della tradizione culinaria petroniana, era il “take away” di casa Dalla, perché a due passi dalla residenza in via d’Azeglio. La cucina di Paolo ed Irene Cesari ha nutrito Lucio fino agli ultimi anni della sua vita. Spesso Lucio preferiva scendere al ristorante, scegliendo il tavolo in vetrina, ben esposto su via de’ Carbonesi.
Ristorante tra i più rinomati della tradizione culinaria petroniana, era il “take away” di casa Dalla, perché a due passi dalla residenza in via d’Azeglio. La cucina di Paolo ed Irene Cesari ha nutrito Lucio fino agli ultimi anni della sua vita. Spesso Lucio preferiva scendere al ristorante, scegliendo il tavolo in vetrina, ben esposto su via de’ Carbonesi.
Lo studiolo
Sono pochi metri quadrati in via D’Azeglio, ma sono stati lo studio di registrazione dei suoi ultimi dischi, oltre che dell’unica opera di prosa scritta da Lucio, "Tosca". Alle pareti, molti cimeli, tra cui il poster della prima rassegna del jazz emiliano: tra i cantanti, una giovanissima Rossana Casale e un giovane Lucio Dalla. Costo del biglietto: 600 lire.
Sono pochi metri quadrati in via D’Azeglio, ma sono stati lo studio di registrazione dei suoi ultimi dischi, oltre che dell’unica opera di prosa scritta da Lucio, "Tosca". Alle pareti, molti cimeli, tra cui il poster della prima rassegna del jazz emiliano: tra i cantanti, una giovanissima Rossana Casale e un giovane Lucio Dalla. Costo del biglietto: 600 lire.
La casa museo
Il sogno di Dalla era vivere all’ombra della chiesa di San Petronio, così a metà degli anni ’90 coronò il suo sogno con la grande casa di via D’Azeglio: dalla finestra della camera da letto si poteva quasi toccare con un dito il campanile della grande chiesa. Sul campanello il nome che si era scelto per burla: Domenico Sputo, ancora oggi oggetto di processione per chi in città va a caccia di tracce del mito di Lucio.
Il sogno di Dalla era vivere all’ombra della chiesa di San Petronio, così a metà degli anni ’90 coronò il suo sogno con la grande casa di via D’Azeglio: dalla finestra della camera da letto si poteva quasi toccare con un dito il campanile della grande chiesa. Sul campanello il nome che si era scelto per burla: Domenico Sputo, ancora oggi oggetto di processione per chi in città va a caccia di tracce del mito di Lucio.
La casa di vicolo Mariscotti
Da piazza Cavour, Lucio e la Jole si trasferirono negli anni '70 in via delle Fragole in un palazzo con piscina condominiale, un gran lusso per quei tempi. Quindi Lucio per qualche anno prese la via di Roma, ma senza mai lasciare del tutto le Due Torri. Nella casa di vicolo Mariscotti compose i dischi più importanti della sua carriera.
Da piazza Cavour, Lucio e la Jole si trasferirono negli anni '70 in via delle Fragole in un palazzo con piscina condominiale, un gran lusso per quei tempi. Quindi Lucio per qualche anno prese la via di Roma, ma senza mai lasciare del tutto le Due Torri. Nella casa di vicolo Mariscotti compose i dischi più importanti della sua carriera.
La casa natia
Qui è nato e qui ha abitato fino agli anni della gioventù, insieme a mamma Jole che di mestiere faceva la sarta. Il babbo di Lucio, Giuseppe, morì che lui era bambino. Era direttore del tiro a segno di Casalecchio e a questo fa riferimento l’unica citazione paterna di Dalla in una sua canzone: “Babbo, che eri un gran cacciatore / Di quaglie e di faggiani / Caccia via queste mosche / Che non mi fanno dormire / Che mi fanno arrabbiare” (da Come è profondo il mare)
Qui è nato e qui ha abitato fino agli anni della gioventù, insieme a mamma Jole che di mestiere faceva la sarta. Il babbo di Lucio, Giuseppe, morì che lui era bambino. Era direttore del tiro a segno di Casalecchio e a questo fa riferimento l’unica citazione paterna di Dalla in una sua canzone: “Babbo, che eri un gran cacciatore / Di quaglie e di faggiani / Caccia via queste mosche / Che non mi fanno dormire / Che mi fanno arrabbiare” (da Come è profondo il mare)
La chiesa di San Domenico
È la chiesa della messa della domenica, insieme a quella dei Celestini. È la chiesa del suo grande amico e padre spirituale Michele Casali. Ma era stata anche la chiesa da cui, in gioventù, partivano le scorribande in Vespa con gli amici, su per i colli attorno alla città.
È la chiesa della messa della domenica, insieme a quella dei Celestini. È la chiesa del suo grande amico e padre spirituale Michele Casali. Ma era stata anche la chiesa da cui, in gioventù, partivano le scorribande in Vespa con gli amici, su per i colli attorno alla città.
Trattoria Da Vito
Era ed è il luogo dei ‘biasanot’ per eccellenza, quella stirpe umana che di notte biascica (ovvero mastica) la notte per non farla finire mai, per non ritirarsi mai a dormire. La trattoria di Vito, ora gestita dal figlio Paolo (che tutti però continuano a chiamare Vito per identificazione con il luogo), era particolarmente amata dai musicisti. Guccini aveva un tavolo fisso e anche per Lucio Dalla era un luogo consueto, tant’è che molti giovani e aspiranti musicisti venivano qui, la notte, per lasciare la loro musica in cerca di fortuna. Uno su tutti, Luca Carboni. A lui andò bene.
Era ed è il luogo dei ‘biasanot’ per eccellenza, quella stirpe umana che di notte biascica (ovvero mastica) la notte per non farla finire mai, per non ritirarsi mai a dormire. La trattoria di Vito, ora gestita dal figlio Paolo (che tutti però continuano a chiamare Vito per identificazione con il luogo), era particolarmente amata dai musicisti. Guccini aveva un tavolo fisso e anche per Lucio Dalla era un luogo consueto, tant’è che molti giovani e aspiranti musicisti venivano qui, la notte, per lasciare la loro musica in cerca di fortuna. Uno su tutti, Luca Carboni. A lui andò bene.